Stoner – John Williams
Tom Hanks lo ha definito come “una delle cose più affascinanti che vi capiterà mai di leggere” e devo essere sincera che effettivamente è un libro semplicemente affascinante.
Avevo iniziato a leggerlo tempo fa, ma arrivata a pagina 40 avevo chiuso con un movimento repentino e perentorio il libro con l’intento di non riaprirlo per un bel po’. L’avevo trovato lento e difficile, sbadigliavo tra una riga e l’altra, insomma, non era il momento giusto per immergermi in quella storia. Passai quindi ad altre letture. Dopotutto ogni storia, per essere letta, ha bisogno del giusto mood; c’è bisogno della giusta predisposizione per ogni libro e i diversi stili si adattano ai diversi momenti della vita.
A sostegno del vecchio adagio “la prima impressione non è quella che conta”, ho ricominciato la lettura di Stoner presa dalla voglia di qualcosa di semplice, lineare. Sapevo che in quelle pagine l’avrei trovato.
La storia è incentrata sulla vita di William Stoner e il percorso che lo porterà a diventare professore presso l’università della Columbia, ma soprattutto sulla sua quotidianità. L’aspetto incredibilmente affascinante di questa storia, quello che tiene incollati alle pagine dall’inizio alla fine, è infatti la semplicità, la naturalezza, con cui la vita di quest’uomo è descritta. Gli avvenimenti si susseguono come un tranquillo incedere nel parco vicino casa.
La graduale scoperta di se stesso, i dissidi interiori, le dinamiche familiari, l’amore e l’abbandono; l’affermazione professionale e le delusioni lavorative; i silenzi, i rancori, le frustrazioni; la guerra e la rinascita… Tutto questo insieme di disarmanti verità che realmente compongono la vita delle persone, John Williams ce le fa trovare lì, in quelle righe, con una naturalezza senza tempo.
Buona lettura!